I CONFINI RELIGIOSI A GERUSALEMME

Parlare di Gerusalemme in termini di geografia delle religioni è oggi più che mai attuale.

In essa appare evidente l’impronta che l’uomo religioso ha reso visibile nelle strutture della città: urbana, sociale, economica, politica, storica, religiosa. Gerusalemme è una teofania: luogo dove si è fatta presente la divinità.

Città dai molteplici confini: concreti, virtuali, simbolici, cultuali e culturali, individuali e di gruppo.

E’ anche un confine mobile, un artificio continuamente modellato dal potere politico; luogo di mobilità confinaria dove si istituzionalizza la destrutturazione territoriale.

Pur non essendo posta in una posizione strategicamente importante, la città ha assunto un ruolo fondamentale per i credenti musulmani, ebrei e cristiani.

Città “polisemica” dove si intersecano una pluralità di centri e periferie a seconda del punto di osservazione.

 

 

 

THE RELIGIOUS FRONTIERS IN JERUSALEM


Speaking of Jerusalem in terms of geography of religions is today more than ever.
It seems clear the imprint that religious man has made visible  in structures of the city:  urban, social, economic, political, historical, religious. Jerusalem is a theophany: place where divinity lives.
City by many boundaries: concrete, virtual symbolic, cultic and cultural rights, individual and group.
It 'also a mobile border, an artifice continually shaped by the political power; place of mobility border where institutionalizes the territorial destruction. Although not placed at strategically important, the city has assumed a key role for Muslims, Jews and Christians.
"Polysemic" city where intersecting several towns and suburbs to the second point of observation.